sabato 8 novembre 2008

Abraham B. Yehoshua - Fuoco amico


" Ruach " in ebraico significa vento, ma anche spirito, e " ruach refaim " è lo spirito dei morti, il fantasma. Il vento, in questo romanzo, è quello che si insinua nelle fessure di un grattacielo appena costruito a Tel Aviv e che turba gli inquilini con ululati e sibili. Amotz Yaari, serio progettista di ascensori nonchè marito fedele e nonno affettuoso, viene chiamato a indagare su questi strani rumori e a difendere il nome della sua azienda costruttrice, accompagnato da una curiosa signorina esperta di rumori in quanto dotata del cosidetto " orecchio assoluto ".
Ma per Amotz non è una settimana facile: è la settimana di Hannukkah, festa molto amata in Israele, che questa volta, per la prima volta da trenta anni festeggierà da solo senza l'amatissima moglie Daniela, volata in uno sperduto paese della Tanzania dal cognato vedovo Yirmiyahu, in esilio volontario lontano da Israele, per rivivere con lui i tristi momenti della morte della sorella.
Amotz, assorbito da quella che è l' avventura di ogni giorno, diviso tra i suoi nipotini, con cui adora accendere le candele di Hannukkah e pregare, preoccupato per il figlio richiamato dall'esercito e sempre attento al vecchio padre malato di parkinson, non smette mai di pensare a Daniela.
E' in Tanzania invece che Daniela deve superare un difficile confronto con i fantasmi che tormentano il cognato. Yirmiyahu rievoca con lei la morte improvvisa della moglie, distrutta dal dolore per la morte del figlio; confessa soprattutto la sua rabbia profonda, il suo tormento per quelle due parole " fuoco amico " con cui proprio Amotz gli annunciò la morte del figlio Yael.
Come se sapere che ad uccidere tuo figlio è stato un suo commilitone, un tragico " fuoco amico ", potesse lenire il dolore di due genitori.
E' davvero meraviglioso....Spero di avervi incuriosito almeno un pò!

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