martedì 22 settembre 2009

PROFESSIONE : INCONCLUDENTE !!

Inconcludente: " Uomo, che non conchiude nulla, inutile, insignificante ", questa è la definizione che da il nostro dizionario della lingua italiana, il nostro non nel senso di "patria ", proprio il nostro di casa messeri-lazzeri, uno scalcinato Zanichelli del 1955, d'altronde chi ha fatto il classico ci si affeziona a queste cose pulciose,ormai superatissime e crede di non poterne far a meno !
Comunque, il punto è, che sono stata tradita dal mio dizionario-relitto, voglio dire sono l'incarnazione dell'inconcludenza io, ma non posso essere anche sinonimo di inutilità e insignificanza; le persone inutili non esistono in fondo e mi meraviglia che nel '55 non lo sapessero, quelle insignificanti neppure, diciamo che esiste il colore e le sue mille sfumature ma anche, au contraire, i grigini e le loro plumbee sfaccettature..Ecco mi sembra più giusto così, attribuire ad ognuno un colore, segno di vita, ma ad ognuno il suo !
Non fidarsi mai di un dizionario che " definisce e giudica ", una donna inconcludente in questo caso, senza sapere nulla di lei, giammai.
Io vi do la mia definizione, personale e quindi vissuta, perchè anch'io ho il mio colore e da ciò il carissimo Zanichelli dei miei cojioni non può proprio trascendere. Scusate la volgarità ma quest'affronto è personale, me lo sono legato al dito e quando io mi lego qualcosa al dito, è la fine...
Tanto per cominciare una Lucia inconcludente è "doppia", si odia e si ama per come è, in ogni situazione emerge questa ambivalenza ossimorica: è cosciente di essere inconcludente, chissà perchè le persone così sono sempre estremamente coscienti di come sono, c'è tanta gente alla ricerca continua di un sè, del " Chi sono-dove sono- da dove vengo ? " , perchè non darla a loro una coscienza, perchè a noi, a me...
Logica conseguenza del sapere come siamo è, nella maggior parte dei casi, odiarsi, un pò perchè non ci piacciamo mai, come volere i capelli ricci quando si hanno lisci e viceversa, un pò perchè, che palle, ci siamo già scoperti, allora fine, eccoci al capolinea ?!
Altrettanto logica conseguenza dell'odiarsi è amarsi anche un pò, voglio dire sono una merda ma qualcosa di buono anche io ce l'ho, e, è un classico, ti fai l'elenco mentale di cosa hai di buono e che merita di non soccombere nel baratro del buio: sono brava a scuola, ho una famiglia, i nonni sani, l'amore, le amicizie care...E così un pò, dopo un pò, riacquisti fiducia in te stessa..
Ora, una Lucia-inconcludente, con l'anima spaccata, come ho detto sopra, le cui parti sono sempre in lotta tra loro, un pò come il "visconte dimezzato" di Calvino, ci sguazza in realtà in questa situazione, anzi è lei stessa a fomentare la guerra dello spirito..Esatto perchè i veri inconcludenti, ci stanno davvero male a non concludere mai un cavolo, ad essere così insomma, ma quando avrebbero la possibilità di riscattarsi, fanno di tutto per scansarla, non c'è verso, non riescono a uscire dal tunnel !
Non parlo di filosofie, parlo di realtà e fatti tangibilissimi, per esempio, oggi 22 / 09, io mi ero fatta un bel programmino, concordato con mia mamma e tutto bello infiocchettato di quello che avrei fatto questa mattina, e cioè, andare a comprare la vernice per camera mia e vedere se mi entrava l'occhio in qualche mensola, sono le 11:20 ora ed io è circa 1 ora che sto qui a scrivervi il perchè sono inconcludente ma non inutile, ergo, quando chiamerà la mamma e mi dirà se sono già tornata, io avrò l'alibi pronto che sono stata al computer a scrivere sul mio blog per l'esame di informatica..Se mia mamma fosse robotica e tuttofare, allora sarei finita e il mio alibi in 5 secondi si sgretolerebbe, ma so che verrò irrimediabilmente compresa, non giustificata ma compresa sì, perchè in realtà in famiglia siamo tutti così, babbo, mamma ed io, ognuno a modo suo ma tutti e tre lasciamo tutto a mezzo e nel nostro caos ci crogiuliamo con gusto alla fine ! E' il potere del colore.....

martedì 8 settembre 2009

LA FLAGELLAZIONE

Piero della Francesca è l'autore di questo dipinto, capolavoro riconosciuto da sempre e in quanto tale oggetto di studio per interpreti e critici d'arte dal mondo; esiste un'interpretazione per tutto, o quasi, nella vita, ecco nella categoria del " quasi tutto ", io , l'arte ce la infilerei!
Si sente dire che l'arte è come l'amore, libera espressione di un cuore vagabondo di un pittore/amante sincero e squattrinato ecc....
Lo dico anch'io, dico che l'arte è come l'amore sì, è cuore e testa allo stesso momento, estro e tecnica perfetta, è dote innata e frutto di anni ed anni di esperienze..
Non sciorinerò qui una delle tante interpretazioni validissime del quadro, mi fido ciecamente di chi le ha formulate, ma vorrei raccontare che cosa mi ha fatto innamorare di questo dipinto a suo tempo, quando ancora non capivo nulla se non che studiandolo bene avrei preso un distinto all'interrogazione !!
Scuola : Bambina cicciotta con occhialetti orripilanti di tartaruga che tutto faceva, non aprire libro, stare al termosifone a chiacchera, litigare con maschi e femmine indistintamente, ricevere ( questo ingiustamente, lo giuro ) lettere a casa di richiamo, tagliarsi le mani con i seghetti per il compensato, tutto insomma, tranne che starci col capo !! Ecco me in IIa media !!
Diciamo che interessarmi alle cose non era per me una priorità, le uniche cose per cui attivavo il cervello erano le poesie decadenti e il disegno artistico, qui mi impegnavo tanto, anche se non sono mai stata brava a disegnare, ma facevo uno sforzo immenso iniziale quando c'era da fare il disegno, " lo scheletro " del quadro e poi mi buttavo sulla pittura, lì ero più brava, precisa, ci stavo giornate e nottate a volte, pazza se ci ripenso !!!
Non a caso, questo mio interesse per l'artistica si accompagnava ad una grande stima per il mio Professore, mio maestro anche di teatro, anche questo non a caso, sta di fatto che mi piaceva ed avevo anche le mie piccole soddisfazioni !
E così, mentre durante le ore di disegno bene o male c'era disciplina e dedizione da parte di tutti, durante le ore di teoria era diverso, non sempre la lezione catturava l'attenzione, effettivamente non è facile innamorarsi delle colonne doriche e della lex aurea men che meno!!
Fu in un pomeriggio dei rientri settimanali, occasione ottima per schiacciare un pisolino a scuola, che il Prof. partì a spiegarci Piero ed alcune sue opere selezionate tra cui " la Flagellazione di Cristo "; per la prima volta mi resi conto che si può davvero amare il proprio mestiere, il Prof. Fabbri è stato il primo insegnante, non dico l'ultimo ma giuro che si contano sulle dita di una mano, a trasmettermi delle emozioni, quelle che riconoscevo anche nella sua voce mentre spiegava; quel giorno mi sono innamorata di questo quadro e delle persone che " sentono " quello che fanno, che ogni volta lo rivivono come se fosse la prima, anche di fronte allo stesso pubblico, ad una delle tante classi !!
Allora, passiamo alla spiegazione, cerco di riportarla incontaminata, così come io me la ricordo, senza andare a cercare conferme su libri d'arte, per cercare di mantenerla il più trasparente possibile anche nel ricordo che ne ho.
Nella parte destra sono rappresentati tre personaggi, i due laterali ben vestiti, con casacche adornate che sembrano discutere tra loro, rappresentano probabilmente i notabili urbinati Serafini e Ricciarelli che paiono rievocare l'anima di Oddantonio II da Montefeltro, il personaggio centrale, che, innocente, morì in una congiura; effettivamente il personaggio centrale ha tutto l'aspetto di essere una vittima sacrificale, ha indosso una tonaca rossa, scalzo, aspetto cereo e mortifero, anima innocente invocata dai due dialoganti.
Urbino, ducato dei Montefeltro, sembra essere rappresentata sullo sfondo e questo avvalora la tesi dell'identificazione dei tre personaggi, ulteriormente avvalorata dal fatto che a Piero della Francesca i Montefeltro commissionavano opere, tra cui i famosi ritratti, in quanto pittore di " corte ".
Quindi, il dolore e l'ingiustizia per il sacrificio di una vittima innocente, Oddantonio, richiamerebbe la flagellazione di Cristo, rappresentata sulla sinistra, alla quale è tutta l'umanità a partecipare, per una espiazione corale della colpa.
Un altro aspetto curioso, misterioso e ovviamente geniale, che sicuramente mi affascinò moltissimo e tuttora mi incanta è che, alcuni studiosi visionando dall'alto l'opera, notarono che nel lastricato sottostante la colonna e il Cristo sembrava essere rappresentato una sorta di pentagramma, qualche genio lo mise davvero in musica, interpretando le linee bianche come righe del pentagramma e le mattonelle nere come note musicali, cosa ottenne? Una marcia funebre..
Ecco, questo è quello che mi ricordo così, di getto, poco di artistico magari ma una bellissima storia, un bel racconto che ancora riesco a raccontare e questo mi fa piacere.
Insomma tanto fu l'amore per quest'opera che il Professor Fabbri vedendomi, forse per la prima volta, così presa mi chiamò a tenere una lezione su la Flagellazione nell'altra sezione, questo mi riempì di gioia e devo dire che fui proprio brava, forse un pò saccentina ma vabbè !
Poi a distanza di qualche mese mio babbo mi portò ad Urbino al Palazzo Ducale a fare una gita, finalizzata principalmente a farmi vedere questo benedetto quadro una volta per tutte, insomma l'ho visto e dopo aver fatto suonare l'allarme di tutto il museo almeno tre volte, ho pianto tanto !!!







martedì 1 settembre 2009

" 'Aνδρα μοι èννεπε, μοùσα, πολùτροπον, òς μàλα πολλà πλàγχθη, èπεi Τροìης iερòν πτολìεθρον èπερσεν· πολλòν δe àνθρoπων ìδεν àστεα καì νòον èγνω, πολλà δ'ò γ' èν πòντo πàθεν àλγεα òν κατà θuμòν, aρνùμενος èν τε ψυχèν καì νòστον eταìρων. "