martedì 8 settembre 2009

LA FLAGELLAZIONE

Piero della Francesca è l'autore di questo dipinto, capolavoro riconosciuto da sempre e in quanto tale oggetto di studio per interpreti e critici d'arte dal mondo; esiste un'interpretazione per tutto, o quasi, nella vita, ecco nella categoria del " quasi tutto ", io , l'arte ce la infilerei!
Si sente dire che l'arte è come l'amore, libera espressione di un cuore vagabondo di un pittore/amante sincero e squattrinato ecc....
Lo dico anch'io, dico che l'arte è come l'amore sì, è cuore e testa allo stesso momento, estro e tecnica perfetta, è dote innata e frutto di anni ed anni di esperienze..
Non sciorinerò qui una delle tante interpretazioni validissime del quadro, mi fido ciecamente di chi le ha formulate, ma vorrei raccontare che cosa mi ha fatto innamorare di questo dipinto a suo tempo, quando ancora non capivo nulla se non che studiandolo bene avrei preso un distinto all'interrogazione !!
Scuola : Bambina cicciotta con occhialetti orripilanti di tartaruga che tutto faceva, non aprire libro, stare al termosifone a chiacchera, litigare con maschi e femmine indistintamente, ricevere ( questo ingiustamente, lo giuro ) lettere a casa di richiamo, tagliarsi le mani con i seghetti per il compensato, tutto insomma, tranne che starci col capo !! Ecco me in IIa media !!
Diciamo che interessarmi alle cose non era per me una priorità, le uniche cose per cui attivavo il cervello erano le poesie decadenti e il disegno artistico, qui mi impegnavo tanto, anche se non sono mai stata brava a disegnare, ma facevo uno sforzo immenso iniziale quando c'era da fare il disegno, " lo scheletro " del quadro e poi mi buttavo sulla pittura, lì ero più brava, precisa, ci stavo giornate e nottate a volte, pazza se ci ripenso !!!
Non a caso, questo mio interesse per l'artistica si accompagnava ad una grande stima per il mio Professore, mio maestro anche di teatro, anche questo non a caso, sta di fatto che mi piaceva ed avevo anche le mie piccole soddisfazioni !
E così, mentre durante le ore di disegno bene o male c'era disciplina e dedizione da parte di tutti, durante le ore di teoria era diverso, non sempre la lezione catturava l'attenzione, effettivamente non è facile innamorarsi delle colonne doriche e della lex aurea men che meno!!
Fu in un pomeriggio dei rientri settimanali, occasione ottima per schiacciare un pisolino a scuola, che il Prof. partì a spiegarci Piero ed alcune sue opere selezionate tra cui " la Flagellazione di Cristo "; per la prima volta mi resi conto che si può davvero amare il proprio mestiere, il Prof. Fabbri è stato il primo insegnante, non dico l'ultimo ma giuro che si contano sulle dita di una mano, a trasmettermi delle emozioni, quelle che riconoscevo anche nella sua voce mentre spiegava; quel giorno mi sono innamorata di questo quadro e delle persone che " sentono " quello che fanno, che ogni volta lo rivivono come se fosse la prima, anche di fronte allo stesso pubblico, ad una delle tante classi !!
Allora, passiamo alla spiegazione, cerco di riportarla incontaminata, così come io me la ricordo, senza andare a cercare conferme su libri d'arte, per cercare di mantenerla il più trasparente possibile anche nel ricordo che ne ho.
Nella parte destra sono rappresentati tre personaggi, i due laterali ben vestiti, con casacche adornate che sembrano discutere tra loro, rappresentano probabilmente i notabili urbinati Serafini e Ricciarelli che paiono rievocare l'anima di Oddantonio II da Montefeltro, il personaggio centrale, che, innocente, morì in una congiura; effettivamente il personaggio centrale ha tutto l'aspetto di essere una vittima sacrificale, ha indosso una tonaca rossa, scalzo, aspetto cereo e mortifero, anima innocente invocata dai due dialoganti.
Urbino, ducato dei Montefeltro, sembra essere rappresentata sullo sfondo e questo avvalora la tesi dell'identificazione dei tre personaggi, ulteriormente avvalorata dal fatto che a Piero della Francesca i Montefeltro commissionavano opere, tra cui i famosi ritratti, in quanto pittore di " corte ".
Quindi, il dolore e l'ingiustizia per il sacrificio di una vittima innocente, Oddantonio, richiamerebbe la flagellazione di Cristo, rappresentata sulla sinistra, alla quale è tutta l'umanità a partecipare, per una espiazione corale della colpa.
Un altro aspetto curioso, misterioso e ovviamente geniale, che sicuramente mi affascinò moltissimo e tuttora mi incanta è che, alcuni studiosi visionando dall'alto l'opera, notarono che nel lastricato sottostante la colonna e il Cristo sembrava essere rappresentato una sorta di pentagramma, qualche genio lo mise davvero in musica, interpretando le linee bianche come righe del pentagramma e le mattonelle nere come note musicali, cosa ottenne? Una marcia funebre..
Ecco, questo è quello che mi ricordo così, di getto, poco di artistico magari ma una bellissima storia, un bel racconto che ancora riesco a raccontare e questo mi fa piacere.
Insomma tanto fu l'amore per quest'opera che il Professor Fabbri vedendomi, forse per la prima volta, così presa mi chiamò a tenere una lezione su la Flagellazione nell'altra sezione, questo mi riempì di gioia e devo dire che fui proprio brava, forse un pò saccentina ma vabbè !
Poi a distanza di qualche mese mio babbo mi portò ad Urbino al Palazzo Ducale a fare una gita, finalizzata principalmente a farmi vedere questo benedetto quadro una volta per tutte, insomma l'ho visto e dopo aver fatto suonare l'allarme di tutto il museo almeno tre volte, ho pianto tanto !!!







3 commenti:

shoz ha detto...

Il dottore Serafini, congiurato di Urbino, è un mio antenato...

editto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
editto ha detto...

NAPOLEONE è MIO CUGGINO!!!111